Abstract: L'intima connessione tra il cervello e il cuore fu enunciata da Claude Bernard oltre 150 anni fa. Nel nostro modello di integrazione neuroviscerale, abbiamo cercato di costruire su questo lavoro pionieristico. Nel presente articolo, elaboriamo ulteriormente il nostro modello e lo aggiorniamo con risultati recenti. Specificamente, abbiamo eseguito una meta-analisi di recenti studi di neuroimaging sulla relazione tra la variabilità della frequenza cardiaca e il flusso sanguigno cerebrale regionale. Abbiamo identificato una serie di regioni, tra cui l'amigdala e la corteccia prefrontale ventromediale, in cui sono state riscontrate associazioni significative tra gli studi. Proponiamo inoltre che la risposta predefinita all'incertezza sia la risposta di minaccia e possa essere correlata al ben noto bias di negatività. La variabilità della frequenza cardiaca può fornire un indice di quanto le valutazioni top-down, mediate da percorsi cortico-subcorticali, modellino l'attività del tronco encefalico e le risposte autonomiche nel corpo. Se la risposta predefinita all'incertezza è la risposta di minaccia, come proponiamo qui, le informazioni contestuali rappresentate nei sistemi di valutazione possono essere necessarie per superare questo bias durante la vita quotidiana. Pertanto, la HRV può servire come proxy per l'integrazione verticale dei meccanismi cerebrali che guidano il controllo flessibile sul comportamento con la fisiologia periferica e, come tale, fornisce un'importante finestra sulla comprensione dello stress e della salute.