Introduzione: Tutta la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM) ad alta frequenza (emessi da antenne dei servizi radio e TV, punti di accesso Wi-Fi, router, adattatori client, smartphones, tablets, telefoni cordless, cellulari comprese le loro basi, dispositivi Bluetooth) e a bassa frequenza (emessi, ad esempio, da cavi elettrici, lampade ed elettrodomestici). A tutto questo si aggiunge ora il 5G (“5th Generation”), che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz (Fonte: AGCOM). Il livello di Radiazioni a radiofrequenza per interni in ambienti industrializzati i paesi sono aumentati di 5.000 volte dal 1985 al 2005 (Maes, 2005). Fino al 1940 il fondo naturale pulsato era di 0,0002 V/m. Attualmente il tetto legalizzato in Italia è di 6 V/m (media su 24 ore) e con il 5G potrebbe crescere ulteriormente fino a 61 V/m, come recentemente richiesto dagli operatori di telefonia mobile che si sono aggiudicati all’asta le prime frequenze utili all’implementazione della nuova infrastruttura di rete. Tutta la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM) ad alta frequenza (emessi da antenne dei servizi radio e TV, punti di accesso Wi-Fi, router, adattatori client, smartphones, tablets, telefoni cordless, cellulari comprese le loro basi, dispositivi Bluetooth) e a bassa frequenza (emessi, ad esempio, da cavi elettrici, lampade ed elettrodomestici). A tutto questo si aggiunge ora il 5G (“5th Generation”), che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz (Fonte: AGCOM). Il livello di Radiazioni a radiofrequenza per interni in ambienti industrializzati i paesi sono aumentati di 5.000 volte dal 1985 al 2005 (Maes, 2005). Fino al 1940 il fondo naturale pulsato era di 0,0002 V/m. Attualmente il tetto legalizzato in Italia è di 6 V/m (media su 24 ore) e con il 5G potrebbe crescere ulteriormente fino a 61 V/m, come recentemente richiesto dagli operatori di telefonia mobile che si sono aggiudicati all’asta le prime frequenze utili all’implementazione della nuova infrastruttura di rete. Le società di telecomunicazioni, con il supporto dei governi, entro i prossimi anni implementeranno la rete wireless di quinta generazione (5G). Si tratta di un cambiamento tecnologico a scala globale per avere case, imprese, autostrade, città "intelligenti" e auto a guida autonoma. L'obiettivo dichiarato è di arrivare, entro il 2022, a fare in modo che nelle case di almeno l’80% della popolazione nazionale (il 99,4% entro giugno 2023) ci sia la copertura 5G. Secondo l’AGCOM, per raggiungere questi obiettivi l’infrastruttura di rete del 5G sarà pienamente operativa con una densità di circa un milione di dispositivi connessi per Km2.
Motivi di preoccupazione per la salute umana derivano in particolare dai seguenti punti:
1. La propagazione in ambito urbano di alcune delle frequenze utilizzate, in fase di piena operatività, dal 5G (le cosiddette “onde millimetriche”) è limitata da ostacoli fisici (ad es. palazzi, alberi etc.). Per questo l’infrastruttura del 5G prevede l’utilizzo di una fitta rete di “small cells”, apparati necessari a una corretta diffusione del segnale, che potranno essere posizionati praticamente quasi ad ogni angolo di strada, semaforo o punto di illuminazione pubblica. A questo si deve aggiungere, come già anticipato, l’enorme proliferazione di dispositivi connessi (un milione per Km2), che si sommerà all’esistente (principalmente all’attuale rete di radiofrequenze per la telefonia mobile), generando un incremento esponenziale e inevitabile dell’esposizione della popolazione, e in particolare dei soggetti più vulnerabili (ad es. bambini, donne in gravidanza) e degli elettrosensibili. Si passerà all’“Internet delle cose? (Internet of Things, IoT) e avremo gran parte degli oggetti connessi l’uno con l’altro e con la rete Internet. Il campo elettromagnetico artificiale avrà copertura globale e ogni persona sulla Terra avrà accesso a comunicazioni wireless ad altissima velocità e a bassa latenza da qualsiasi punto del pianeta, anche nelle foreste pluviali, nel mezzo dell’oceano e nell'Antartico.
2. Le “onde millimetriche” hanno effetti biologici specifici che sono stati studiati solo in parte, con risultati preliminari preoccupanti (Di Ciaula ,2018). Questo ha giustificato un richiamo alla prudenza da parte di centinaia di studiosi indipendenti internazionali, che ritengono necessari approfondimenti scientifici preliminari all’utilizzazione su scala globale di queste frequenze. Nonostante questo, circa 4 milioni di residenti sono già stati esposti in Italia alla cosiddetta “sperimentazione 5G” con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala, senza che questa “sperimentazione” fosse preceduta da adeguata informazione, da procedure di consenso, da analisi di rischio ambientale e sanitario e senza il coinvolgimenti degli organismi istituzionalmente deputati alla tutela di ambiente e salute (ISPRA, ARPA, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità)2.
3. I limiti di legge che regolano l’esposizione a CEM, che dovrebbero tutelare salute e ambiente, si basano solo sugli effetti “termici” (la capacità di generare calore) in seguito ad esposizioni acute e non, come dovrebbero, sugli effetti biologici (la capacità, indipendente dagli effetti termici, di determinare modificazioni biologiche negli organismi viventi a vari livelli, da quello molecolare e sub-cellulare a quello sistemico) in seguito ad esposizioni croniche. Qualora questi fossero considerati, numerose evidenze scientifiche suggerirebbero una drastica riduzione dei limiti di legge vigenti.
L’implementazione del 5G comporterà cambiamenti ambientali globali senza precedenti. Si prevedono milioni di nuove stazioni base 5G sulla Terra e 20.000 nuovi satelliti nello spazio, con 200 miliardi di oggetti trasmittenti che, secondo le stime, faranno parte dell'Internet of Things entro il 2020 e un trilione di oggetti pochi anni dopo. A metà del 2018, il 5G commerciale a frequenze e velocità più basse è stato utilizzato in Qatar, Finlandia ed Estonia. La distribuzione del 5G a frequenze estremamente elevate (onde millimetriche) è prevista per la fine del 2018. Alla fine del 2018-inizio del 2019 la sperimentazione del 5G è partita a Milano, Prato, L’Aquila, Matera e Bari. La diffusione a tappeto del 5G nelle altre città, invece, è prevista per i prossimi 3 o 4 anni. Le evidenze scientifiche disponibili sugli effetti dell’elettromagnetismo ad alta frequenza in generale e, in particolare, su quelli dell’esposizione a onde millimetriche, rendono imprescindibile l’applicazione del principio di precauzione citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE) e riconosciuto dalla normativa nazionale Italiana, il cui scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a prese di posizione preventive in caso di rischio.
Il ricorso al principio di precauzione è giustificato quando riunisce tre condizioni, ossia:
- l'identificazione degli effetti potenzialmente negativi;
- la valutazione dei dati scientifici disponibili;
- l'ampiezza dell'incertezza scientifica.
Ci sembra opportuno, come preliminare alla nostra breve analisi, ricordare l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute dei cittadini italiani. Vogliamo inoltre ricordare l’articolo 41 della Costituzione (“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”) e, in ultimo, l'articolo 3, lettera p) del trattato che istituisce la Comunità europea, “l'azione della Comunità deve comprendere un contributo al conseguimento di un notevole livello di protezione della salute”; il trattato prevede altresì “la difesa della salute dei lavoratori e dei consumatori”. Abbiamo seri dubbi sul fatto che la politica abbia seguito questi pilastri normativi nell’approvare senza tentennamenti e senza indagini preliminari di rischio l’introduzione di questa nuova tecnologia, affidando di fatto già adesso a soggetti privati la proprietà di ben determinate bande di frequenza e consentendo loro l’utilizzo della nuova infrastruttura 5G nel contesto di una normativa attualmente fondata su limiti privi di validazione scientifica e, dunque, non in grado di tutelare al meglio ambiente e salute pubblica.
Tutto il comparto delle emissioni elettromagnetiche, come ampiamente dimostrato, ha effetti sull’ambiente e sulla salute di uomini e animali e quindi va sottoposto urgentemente a Valutazione Ambientale Strategica. A tale valutazione devono partecipare in un’ottica di assoluta trasparenza e scambio di informazioni oltre che Enti di Ricerca, Istituzioni preposte alla tutela ambientale e sanitaria e Commissioni governative anche cittadini, associazioni di categoria professionali, associazioni e comitati, nel nome della democrazia partecipativa, delle norme che la regolano e di quelle sulla trasparenza degli atti amministrativi.
A fronte di questi dati di fatto risulta agli scriventi che non è stato richiesto dal Governo alcun parere sanitario sul 5G ai sensi della Legge di Riforma Sanitaria 833 del 1978. In particolare:
- l’INAIL dichiara di non avere alcuna documentazione sulla sicurezza del 5G;
- il Ministero della Salute dichiara di non essere stato interpellato sulla sicurezza del 5G dal Ministero dello Sviluppo Economico prima della vendita delle frequenze del 5G e che anche il Consiglio Superiore di Sanità non si è interessato del problema;
- il Ministero dello Sviluppo Economico risponde che la documentazione richiesta (il parere sanitario) non è di sua competenza.
- l’Istituto Superiore di Sanità dichiara di non aver prodotto alcun parere sanitario ma di aver risposto all’AGICOM che richiedeva la semplificazione delle procedure di installazione delle nuove antenne 5G3.